Questo è un racconto che ho fatto come compito scolastico nell'uttima settimana, ovviamente
il prof non ci ha messo i voti dato che serviva per tenere impegnate le sue ore anche se mancava poco alla fine della scuola
INTRO
Al tempo degli dei dell'olimpo, dei signori della guerra e dei rè che spadroneggiavano su una terra in tumulto
il genere umano invocava il soccorso di un eroe, per riconquistare la libertà, finalmente arrivò Xena l'invincibile principessa guerriera forgiata dal fuoco
di mille battaglie, la lotta per il potere, le sfrenate passioni, gli intrighi i tradimenti, furo affrontati con indomito coraggio, da colei che sola poteva cambiare il mondo.
La Rosa Scarlatta
Era una notte di primavera, la luna col suo aspetto gravido si stagliava, luminosa, su tutte le terre.
I suoi potenti e luminosi raggi raggiungevano ogni luogo, in particolare penetravano pallidi fra le sbarre di una prigione per poi infrangersi sul suolo,
mostrando un pavimento ricoperto di cittoli e di pozze d'acqua mista a sangue.
Rosa, una ragazza toscana, era seduta in un angolo di questa angusta prigione, con le spalle che poggiavano sul'umido e gelido muro in pietra.
Era finita in quell' luogo che trasudava morte per via dell'inquisizione, era stata accusata dai vicini di essere una strega, effettivamente lo era...lei era pagana.
Era una bellissima ragazza dai lunghi capelli ramati che finivano in grossi e regali boccoli, era candida la sua carnagione, le sue labra avevano il colore delle pesche e i suoi occhi erano verdi come i prati in primavera. Non era solita portare i capelli sciolti in quanto si riteneva che le donne che avevano i capelli rossi
erano ritenute figlie del demonio.
Purtroppo l'accusa che pesava su di lei era molto grave, i suoi vicini ritenevano che avesse reso sterile la loro terra e in più aveva i capelli del colore del fuoco.
Si alzò dal suo tetro angolo, si mise difronte al grande portone, in legno, della prigione con il volto rigato dalle sue amare lacrime. La porta della cella si aprì di colpo e due uomini armati posarono a terra un pezzo di pane ammuffito e un bicchiere d'acqua.
I potenti del tempo non potevano permettersi di farla morire di fame in una prigione poichè il suo processo doveva essere d'esempio a tutti i pagani, così da dare più autorità alla chiesa.
La porta si chiuse e lei andò di nuovo a sedersi nel suo angolo, pregando Aradia di aiutarla.
Ancora una volta la fanciulla si addormentò fra le lacrime, quando all'improvviso fu svegliata dall'aprirsi violento della porta, due uomini la presero di peso
e la condussero al centro della piazza dove fu legata ad un palo. Un cardinale difronte ai popolani, che si stavano radunando in massa, icoraggiava questi a denunciare tutte le streghe e stregoni che incontravano ed in fine appiccò l'incendio.
Rosa iniziò a gridare e ad implorare pietà.
Quella sera il vento ululava forte e le fiamme si alzavano più in fretta, in lontananza si udiva un rumore di zoccoli che si avicinavano sempre di più, fino a mostrare degli uomini armati a cavallo, a capo del gruppo c'èra un ragazzo, si chiamava Mattia era il fidanzato di Rosa, ed era li con altri membri pagani che conosceva, per salvare la sua amata.
Appena arrivarono Mattia spensa le fiamme con un getto d'acqua, mentre gli altri membri si scontravano con i rappresentanti della giustizia del tempo.
Una volta presa la ragazza questi iniziarono a fuggire, dove potevano andare?, nelle loro case non potevano più tornare e per quella notte decisero di nascondersi in una foresta, Rosa conosceva quel luogo, in particolare un grande roseto.....era li che era nata, sua mamma prima di morire gli aveva parlato tanto di quel roseto, in fatti se si entrava all'interno del roseto ci si accorgeva che vi era spazio libero all'interno di esso.
Non fecero in tempo a nascondersi che una guardia che li aveva seguiti si avventò su mattia, il povero tentava di resistere il più possibile ma la grande spada della quardia gli recise la testa facendola rotare per terra mentre il corpo cadde davanti ai piedi della pagana, gli occhi di quest'ultima erano pieni di tristezza
e odio......il grande amore della sua vita l'aveva salvata ed era morto per lei e lei non aveva neanche avuto il tempo di digli quanto l'amava, in tanto arrivò un altro ufficiale iniziò a scoccare delle frecce incendiate che colpirono la ragazza sull'addome e sulle gambe, la povera gridava a squarciagola mentre attraverso le fiame che gli divoravano la carne guardava per l'ultima volta il gelido volto del suo amato.
Una volta che le fiamme ebbero terminato il loro compito il suo corpo carbonizzato rimase lì con quello del suo Mattia affianco alle rose.......quelle rose che l'avevano vista nascere e che ora l' avevano vista morire.