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 Etenismo

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g0rka
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MessaggioTitolo: Etenismo   Etenismo EmptyVen Dic 05, 2008 5:18 pm

L'Etenismo (dall'inglese moderno come Heathen; derivato dall'inglese antico hæðen, anglicizzato in heathen o headen; a sua volta legato al norreno antico heiðni, anglicizzato in heithni o heidni) è il moderno movimento che rivifica l'antico Paganesimo germanico. Si tratta di una religione neopagana che si presenta suddivisa in una serie di tradizioni relativamente diverse, alla base delle quali stanno però i medesimi insegnamenti e filosofie. I vari rami della religione etena si differenziano in particolare a seconda del tipo di strutturazione organizzativa, sebbene esistano distinzioni anche di carattere dottrinale e di approccio alla religione stessa, il quale può variare dal ricostruzionistico, all'eclettico e sfumare dallo psicologistico, fino al mistico ed occultistico. La rinascita della religione germanica si fece sentire per la prima volta nel corso del Romanticismo del XIX secolo, sebbene le prime istituzionalizzazioni e centralizzazioni del culto si ebbero solo a partire dagli anni Trenta del XX secolo con la comparsa dell'Odinismo.

L'etimologia del termine eteno (Heathen in inglese) è cripticamente interpretabile, essendo il termine presumibilmente derivato non da una sola lingua, ma da una parola che presenziava sotto differenti forme in differenti idiomi. Si sa per certo che il termine moderno è una ripresa dell'inglese antico hæðen (anglicizzato in heathen o headen), a sua volta nato come adattamento del nome norreno antico heiðni (heithni o heidni in forma anglicizzata), presente anche nella forma aggettivale di heithinn o heidinn (anglicizzazioni di heiðinn). Il lemma si affermò come traduzione del latino pagano (propriamente paganus) quando il Cristianesimo si diffuse nell'Europa settentrionale. Il vocabolo, come l'originale paganus, stava a indicare coloro che non si convertivano alla religione cristiana. Nelle saghe islandesi i termini heithni e kristni sono utilizzati per indicare rispettivamente la vecchia e la nuova fede che stava prendendo piede. Storicamente si pensa che Heathen venne influenzato dal gotico haiþi (anglicizzato in haithi), presente nella Bibbia di Ulfila come haiþno (in caratteri semplificati haithno) e usato come traduzione del greco gune Hellenis (ovvero donna greca gentile; dove gentile sta per "pagana") che appare nel Vangelo di Marco probabilmente con il significato originario di "abitante della landa" (in inglese "landa" si dice heath, e collegato a questo nome è quello dell'erica chiamata heather), e utilizzato quindi — come il latino paganus — con il senso dispregiativo di "campagnolo", "rozzo" o "zotico".
Tuttavia si suppone più precisamente che il termine haithno venne usato da Ulfila per tradurre il greco ethne ("gentile" in latino), altro termine sinonimo di pagano, indicante un aderente alle vecchie religioni. Il vocabolo sarebbe in questa circostanza ricollegabile anche all'armeno hethanos a sua volta derivato dal greco ethnos, ovvero "etnico". Originariamente dunque, il termine eteno — da cui è mutuato Etenismo con l'aggiunta del suffisso indicante insegnamenti e dottrine — veniva utilizzato come sinonimo di Paganesimo, e in specifico di quello germanico. Con l'emersione del Neopaganesimo la parola ha assunto una connotazione più specifica e ha perso la sinonimia che lo rendeva alternativo a Paganesimo. Etenismo è infatti oggi usato come termine ombrella per indicare tutte quelle religioni neopagane che si rifanno all'antica religione germanica e alla sua fase di sviluppo finale, vale a dire la religione nordica.

La religione etena è al momento attuale un fenomeno vasto e conseguentemente di difficile analisi. Il termine Etenismo è divenuto solo di recente un termine ombrella utilizzato per indicare l'intero fenomeno in tutte le sue varianti. La prima corrente ad essere apparsa in periodo postbellico è cronologicamente l'Odinismo, non necessariamente ricostituente la religione nordica nella sua forma il più possibile ortodossa ma incentrato tendenzialmente sulla figura di Odino quale divinità simboleggiante il tutto universale. Prima della seconda guerra mondiale e sotto l'influenza del misticismo germanico è da collocare la comparsa dei rami del Wotanismo e dell'Irminismo, fortemente contagiati da concezioni che unissero la tradizione germanica al misticismo cristiano. Queste due branche vivono la spiritualità secondo un'ottica geneticistica, dunque etnocentrica, nazionalistica e spesso razzista; per questi motivi sono considerate parte della frangia etena estremistica. Il Wotanismo (termine derivato da Wotan, nome tradizionale teutonico di Odino), emerso dalla predicazione di David Lane fondandosi sull'Armanismo mistico di Guido Von List, fu soggetto di analisi (insieme ai movimenti di identità cristiana e ad altri gruppi considerati integralisti) da parte del Progetto Megiddo condotto dal Federal Bureau of Investigation (l'FBI) nell'anno 2000. L'agenzia fece l'errore di identificare i wotanisti con il termine odinisti. In realtà questa disattenzione era già capitata l'anno precedente, e all'FBI era costata un'accusa di violazione dei contenuti del Primo Emendamento costituzionale, i quali sostengono la libertà di religione, la libertà di pensiero e la possibilità di associazione pacifica. L'accusa venne avanzata dal Rito Odinico e la motivazione fu la diffusione da parte dell'FBI di informazioni false sull'Odinismo attraverso il Progetto Megiddo. L'Irminismo (nome derivato da quello di un'ipotetica divinità protogermanica chiamata Irmin) è una religione fondata sulla filosofia contenuta nel libro di Hjuka Coulter intitolato Germanic Heathenry. Sotto l'influenza odinista nacquero in epoca relativamente recente l'Ásatrú e l'Heidni, discretamente influenzati dall'ambiente New Age. L'Heidni (dalla stessa radice di Etenismo, ovvero il norreno heiðni; anglicizzato come heithni o heidni; in forma aggettivale heiðinn, semplificato in heithinn o heidinn) o Vidartrù è una denominazione etena che enfatizza molto il contatto con la natura e la venerazione di questa, tanto da elevare gli elementi naturali al ruolo di divinità eclissando la figura delle divinità tradizionali etene. Sebbene le stesse organizzazioni heidinn si definiscono etene la religione ha aspetti simili al Gaianesimo e si fonda su di una dottrina pandeistica. Un'ipotetica terza fase di filiazione dell'Etenismo vede la comparsa di ulteriori due ramificazioni. La prima, il Teodismo, divisasi dall'Ásatrú e focalizzatasi sul revivalismo del Paganesimo anglosassone e su di un'organizzazione ecclesiastica neotribalistica; la seconda, il Fyrnsidù, nata sotto due differenti forme, una prodotta dalla religione teodista ed emersa nell'America settentrionale, l'altra prodotta dalla tradizione asatruar ed emersa in Scandinavia. Il termine Fyrnsidù (parola nata dall'unione dei termini anglosassoni fyrn, letteralmente "vecchio", e sidu o seodu, letteralmente "costume", "tradizione"; significante dunque nella sua completezza "vecchia tradizione") è utilizzato quindi per indicare due rami tendenzialmente diversi tra loro. Il Fyrnsidù anglosassone è una denominazione divisasi dal Teodismo perché rimasta incline all'obiettivo originale quando la religione teodista si è progressivamente ampliata perdendo il suo carattere prettamente anglosassone. La denominazione fyrnsiduar anglosassone ripercorre il solco del Teodismo delle origini pur perdendo la connotazione neotribalistica. Il Fyrnsidù scandinavo è una corrente pressoché identica all'Ásatrú, ma differente sotto l'aspetto organizzativo. L'etimologia del termine generale Fyrnsidù ne dà un'origine anglosassone; il nome è utilizzato anche nella sua forma antica norrena di Forn Sidr (in alfabeto latino esteso Forn Siðr) e nella sua forma scandinava moderna di Forn Sed. Parlando di Odalismo (derivato dal protogermanico ôþalan, in alfabeto semplificato othalan; letteralmente "retaggio", "eredità culturale") si fa riferimento a una tradizione che enfatizza la spiritualità in funzione dell'interpretazione personale della dottrina, e che teorizza uno stretto legame tra la nazionalità, la natura e la pratica religiosa. Si tratta di una branca relativamente poco sviluppata e tendenzialmente individualistica, legata anche alle ideologie del darwinismo sociale e sostenente le politiche verdi. L'Odianesimo è invece una denominazione che enfatizza molto l'aspetto misterico e occultistico della religiosità etena, oltre ad essere un culto basato su di un tipo di dottrina suiteistico, autoteistico e psicologistico. La religione odiana tende infatti a concepire le divinità come non tanto concrete forze della natura, quanto piuttosto come rappresentazioni ideali delle ambizioni umane. Nell'Odianesimo le divinità sono dei modelli ideali, la rappresentazione delle sensazioni interiori e degli obiettivi di ispirazione. Il sistema odiano si basa estesamente sulla mistica legata alle rune, che divengono oggetto centrale del culto. Gli odiani praticano la runologia e la runosofia, non mancando in questa tradizione delle influenze mistiche germaniche e newager. L'Odianesimo è attualmente la religione professata dalla Gilda della Runa fondata dall'occultista Stephen Flowers.


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MessaggioTitolo: Re: Etenismo   Etenismo EmptyVen Dic 05, 2008 5:19 pm

La storia del movimento eteno ha radici che affondano nel Romanticismo del XIX secolo, quando si diffuse il misticismo germanico che portò alla conseguente crescita di un forte sentimento nostalgico nei confronti delle tradizioni germaniche. Queste tendenze incrementarono l'interesse per la riscoperta e lo studio delle antiche visioni del mondo, dei costumi e delle pratiche religiose. Mentre però il XIX secolo non vide mai concretizzarsi i tentativi di revivalismo propriamente religioso — il quale venne soltanto teorizzato e cantato da filosofi, letterati e pensatori di vario genere —, affinché questi si realizzassero in senso concreto bisogna giungere sino ai primi decenni — in particolare gli anni Trenta — del XX secolo, quando cominciarono a fare i primi passi anche le rivificazioni delle altre religiosità pagane, in particolare il Celtismo. Sicuramente avallato e alimentato dall'esplodere nella società della filosofia New Age e dalle prime diffusioni in Occidente delle religioni orientali dharmiche e taoiche — con le quali si assistette all'importazione di una innovativa visione del mondo (anche se non subito affermatasi) simile a quella del Paganesimo antico — va collocato tra gli anni Settanta e Ottanta l'interesse originale per l'Etenismo neopagano, trasformatosi in studio e diffusione nel corso degli anni Novanta e del periodo attuale.

Il primo tentativo dell'epoca moderna volto al restauro della religione germanica è da collocare nel XIX secolo, durante l'ultimo periodo del Romanticismo. Si manifestò un certo interesse nei confronti della cultura tradizionale germanica, in particolare in quelle connessioni che la legavano al nazionalismo romantico in Scandinavia e alla risorgenza vichinga dell'Inghilterra vittoriana. Fu durante il primo XX secolo che emersero le associazioni pionieristiche considerabili etene, sebbene queste si confondessero facilmente con il misticismo germanico allora nascente, che avrebbe dato luogo al misticismo nazista dei decenni successivi. In questo clima si fecero strada alcune delle maggiori personalità rappresentanti del misticismo germanico, quali il filosofo Julius Evola, l'intellettuale Guido Von List e Karl Maria Wiligut. Von List fu uno dei primi ad avanzare una proposta di rivificazione della religione germanica; nelle sue poesie cantava gli antichi dèi della natura. Recatosi in visita presso la cripta della cattedrale di Santo Stefano di Vienna — edificata sul sito di un tempio pagano — Von List espresse la necessità di una rivalorizzazione della figura del dio Odino con la costruzione di un nuovo tempio a lui dedicato. Von List ebbe influenza fondante nell'ambito del misticismo germanico con l'elaborazione della dottrina armanista, tradizione che ha influenzato la formazione del moderno Wotanismo iniziato da David Lane. Nello stesso clima, Karl Maria Wiligut, teorizzò un proprio Irminismo wiligutiano, una forma del misticismo germanico influenzata anche da quello cristiano e biblico. L'Irminismo wiligutiano è da distinguere dall'Irminismo, ovvero la corrente etena attuale che si rifà agli scritti di Hjuka Coulter. Con l'ascesa del nazismo e in particolare della figura di Adolf Hitler, nonostante l'interesse di questi per l'esoterismo e l'occultismo, si concretizzò una diffusa ostilità nei confronti del Neopaganesimo con la persecuzione di numerosi gruppi eteni. La soppressione delle religioni della natura è da ricondurre anche all'influenza cristiana; il ventiquattresimo punto del Programma del Partito Nazista stabilisce infatti un'adesione dell'ideologia a un così definito Cristianesimo positivo. Le persecuzioni contro i neopagani e le associazioni mistiche da parte dello Stato nazista portarono alla morte di esponenti dei gruppi stessi. Friedrich Bernhard Marby condusse novantanove mesi di prigionia nel campo di concentramento di Dachau. Stesso destino spettò a Siegfried Adolf Kummer, del quale tuttavia non si ebbe più alcuna notizia. Herman Wirth, fondatore di un gruppo neopagano, fu esiliato a causa della sua simpatia per la religiosità etena. A un altro pioniere della risorgenza tale Ludwig Fahrenkrog, fu interdetta la facoltà di parlare in pubblico o tenere rituali religiosi a causa del suo rifiuto all'ordine di concludere i suoi scritti con il motto Heil Hitler!. Ernst Wachler, progettista dell'Harzer Bergtheater, un teatro specificamente dedicato a rappresentazioni tradizionali germaniche, fu deportato ad Auschwitz dove morì. Parecchi libri pubblicati da esponenti del nazismo — includendo le opere di Fritz Weitzel e la Tante Friede — esplicitano chiaramente il fatto che i nazisti pensassero all'Etenismo come a una superstizione primitiva che avrebbe causato problemi allo sviluppo dello Stato. La celebrazione di festività quali Yule e i solstizi non era infatti occasione per l'officiazione di riti religiosi, quanto un tentativo di imporre la venerazione di Hitler e dello Stato nazista quali missi del Dio cristiano. Anche lo spesso denunciato utilizzo della runosofia da parte del regime non fu altro che una strumentalizzazione delle antistoriche rune armaniste.

Un secondo risorgimento della religione germanica, e questa volta in forma istituzionalizzata, iniziò nell'Australia del decennio del 1930 con la fondazione della Chiesa odinista da parte di Alexander Rud Mills e della sua eventuale moglie, Evelyn Rud Mills. Il termine Odinismo venne utilizzato per la prima volta ad indicare il Neopaganesimo germanico, sebbene fosse già in circolazione dal 1848 quando Orestes Brownson lo utilizzò nella Lettera ai protestanti per indicare la spiritualità germanica. Gli odinisti australiani tenevano regolari rituali nei boschi delle Vette di Dandenong, nei pressi di Melbourne, finché Rud Mills non fu arrestato e deportato in un campo di concentramento durante i primi anni della seconda guerra mondiale. Mills venne arrestato senza apparente motivo e l'evento rappresentò una grave crisi per la reputazione della sua Chiesa, la quale declinò progressivamente. Una terza fase del revivalismo eteno è da collocare trent'anni dopo, ovvero nel 1973, quando l'Ásatrú divenne religione riconosciuta dallo stato in Islanda. Particolarmente importante nella causa di riconoscimento fu l'influenza di Sveinbjörn Beinteinsson, sacerdote eteno (ovvero un godi) fondatore dell'Associazione asatruar islandese, la prima organizzazione asatruar formatasi. Parallelamente all'emergere della religione asatruar, sempre negli Stati Uniti il termine Odinismo veniva ripreso da Else Christensen, la quale — con il marito Alec o Alex Christensen — iniziò la pubblicazione della rivista The Odinist e fondò successivamente la Congregazione Odinista. Sempre in America settentrionale il sacerdote Stephen McNallen iniziò a sua volta la pubblicazione di una propria rivista, il The Runestone. McNallen successivamente fondò una Chiesa americana per diffondere e tutelare gli aderenti all'Ásatrú; la Chiesa prese il nome di Assemblea asatruar popolare e tra il 1987 e il 1988 subì uno scisma, che portò al distaccarsi dell'Alleanza Asatruar guidata nel suo emergere da Valgard Murray, pubblicatore della rivista chiamata Vor Tru. Durante gli anni Novanta una nuova organizzazione, tale il Cerchio del Troth, nasceva come ulteriore scissione dall'Assemblea asatruar popolare, e di fatto segnava la nascita di una terza branca postmoderna dell'Etenismo, vale a dire il Teodismo. Nel 1972 le comunità australiane orfanizzate dal crollo della Chiesa odinista ottennero dall'attorney general dell'Australia un documento che sancì la legittimità della professione dell'Odinismo, il quale non sarebbe più stato soggetto di persecuzione. Il Rito Odinico nella sua sezione australiana, ottenne tempo dopo privilegi fiscali dall'Ufficio Imposte Australiano che accettò l'Odinismo sotto la definizione di continuazione organica della fede spirituale delle popolazioni dell'Europa settentrionale così come incorporata nell'Edda e così come espressa dalla saggezza dell'esperienza storica. Nel 1976 iniziò una forte diffusione del Teodismo, oggi presente anche in Scandinavia e sul continente europeo. Nel 1972 anche il Rito Odinico fece un passo in avanti con lo stanziarsi dell'organizzazione in Inghilterra. Nel 1995 va collocata l'apertura di due sezioni: la tedesca e la precedentemente citata sezione australiana. Nel 1997 venne attivata la sezione nordamericana e circa dieci anni dopo una nei Paesi Bassi. Negli anni Novanta proseguì l'emersione di una serie di Chiese etene tedesche, mentre rispettivamente nel 1997 e nel 2000 nascevano la Nornis Aett e l'Eldaring. In Scandinavia nacque un'ulteriore serie di organizzazioni quali l'Associazione asatruar svedese, fondata nel 1994 e riconosciuta dallo Stato nel 2007, la Congregazione asatruar Bifrost nata nel 1996 e l'Associazione fyrnsiduar norvegese emersa nel 1999 con l'affermazione di una ulteriore divisione dottrinale dell'Etenismo, vale a dire il Fyrnsidù. Tale associazione è stata da poco riconosciuta ufficialmente dal governo norvegese, che ha legalizzato anche la possibilità di celebrare cerimonie pubbliche e matrimoniali. Il Fyrnsidù si è diffuso anche in Danimarca con la nascita dell'Associazione fyrnsiduar danese (sempre risalente al 1999) e in Svezia con l'Associazione Gimle fondata nel 2001. Nel 2004 è stata attivata l'Associazione fyrnsiduar svedese in funzione di Chiesa che possa gestire le attività di gruppi di culto locali (i cosiddetti blotlag) sparpagliati su tutto il territorio della Svezia. Il Fyrnsidù anglosassone si è istituzionalizzato nel 2001 con la nascita dell'Associazione fyrnsiduar statunitense.

Oggi l'Etenismo è presente e praticato quasi ovunque nel mondo occidentale e postcristiano. Gruppi e comunità di eteni esistono in Scandinavia, in Germania, in Gran Bretagna, in Nord America, in Australia e in Nuova Zelanda, e si sono organizzate attraverso la formazione di decine di istituzioni. Praticanti esistono anche in Russia, in Austria, in Svizzera, nei Paesi Bassi, in Belgio, in Francia, in Italia, in Spagna, in Portogallo e in America meridionale, praticolarmente diffusi sono anche in Argentina, Messico, Cile e Brasile. L'esatto numero degli eteni non è conosciuto per una serie di motivi. Innanzitutto non è stata mai condotta finora una ricerca diffusa per valutare il fenomeno; in secondo luogo a complicare la questione è l'estrema differenza che può insorgere tra le stesse religioni etene e tra i vari gruppi che le professano. Pare ci siano alcune centinaia o forse 1 milione di aderenti nelle zone storiche di sviluppo delle denominazioni etene, dunque in America settentrionale, in Islanda — dove rappresentano una piccola ma discreta porzione della popolazione —, in Australia, in Germania e in Scandinavia.


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MessaggioTitolo: Re: Etenismo   Etenismo EmptyVen Dic 05, 2008 5:20 pm

I gruppi eteni solo generalmente organizzati secondo uno schema che si rifà ad un modello ecclesiastico basato su principi democratici e repubblicani. Tale sistema è stato profondamente influenzato dai Thing parlamentari dell'epoca vichinga che a loro volta diedero forti fondamenta per la formazione dei sistemi parlamentari scandinavi e britannici. Comune tra le comunità è la pratica solitaria o in piccoli nuclei amicali o familiari. Questo tipo di aggregazioni sono tendenzialmente definite kindred o focolari (presso i gruppi teodisti è più diffusa la definizione di theod e goe) anche nel caso in cui non siano organizzazioni formali. Il termine kindred è infatti in uso per indicare la struttura diocesale, ovvero i gruppi locali, delle maggiori organizzazioni come l'Assemblea asatruar popolare, il Rito Odinico e i rice teodisti. Di associazioni etene di piccole dimensioni ne sono presenti molte sin dagli anni Settanta e Ottanta, ma la maggior parte di queste congreghe sono unioni scarsamente istituzionalizzate e pertanto non richiedono l'aderenza di un membro nello stesso modo di come la richiedono le organizzazioni maggiori. Conseguentemente a questo sistema non vi è un'autorità centrale che gestisca l'attività di tutti i gruppi e pertanto l'istituzionalità religiosa tende a mantenere uno stato di fluidità e mutamento in cui le aggregazioni sono in continuo scioglimento e formazione. A dispetto di un sistema teologico e cosmologico comune, le varie religioni etene sono organizzate dottrinalmente e istituzionalmente in modo molto differenziato. Mentre certi gruppi — in particolare tedeschi e statunitensi manifestano atteggiamenti di circoscrizione della propria dottrina in base a fondamenti etnici e razziali (il caso delle organizzazioni wotaniste e irministe), le istituzioni asatruar, vanatruar, odiniste, teodiste e heidinn sono orientate verso un atteggiamento più universalistico, definito mondialistico. Negli Stati Uniti, alcuni dei primi gruppi eteni quali la Congregazione Odinista di Else Christensen, mostravano in origine tendenze che li accomunavano alle ideologie naziste. Queste tendenze sono andate tuttavia declinando e oggi vengono fortemente rigettate dalla Congregazione. Mattias Gardell, lettore di studi religiosi all'Univerità di Stoccolma, analizza tre differenti tendenze ideologiche che attraversano la religiosità etena nordamericana: una tendenza razzista militante, una etnica e una non razzista. La posizione etnica è quella rappresentata dal neotribalismo teodista , non interpretabile in senso etnicamente circoscritto, ma organizzativo e sociale. Infatti il Teodismo ha trovato diffusione entro etnie e Paesi diversi. In accordo con le teorie di Gardell, la fazione razzista militante ha incontrato una considerevole crescita nei primi anni dopo il 2000, e apparirebbe al 2005 come l'ideologia che accomuna dal 40% al 50% delle comunità etene statunitensi e canadesi, a dispetto delle altre posizioni che rappresenterebbero il 60% del totale dei gruppi. Recentemente le tre maggiori organizzazioni degli Stati Uniti, vale a dire l'Assemblea asatruar popolare, l'Alleanza Asatruar e il Troth, hanno esplicitamente denunciato qualsiasi associazione con gruppi razzisti. Esisterebbe inoltre un certo antagonismo tra i neonazisti e gli aderenti dell'Etenismo. La maggior parte degli eteni vede infatti il nazismo come un'indesiderata filosofia totalitaria incompatibile con i valori di amore e fratellanza sostenuti dalla religione nordica. In Scandinavia l'Etenismo presenterebbe connessioni con la subcultura del black metal e con la figura di Varg Vikernes. In Oceania (sia in Australia che in Nuova Zelanda), gli odinisti sono tendenzialmente socialisti nel solco del socialismo di tradizione australiana, affermante il rispetto per le donne, la mediazione del governo tra il lavoro e il capitale e il diritto degli australiani alla partecipazione democratica.

La dottrina etena è relativamente unificata in quanto l'intero sistema che accomuna le denominazioni poggia sul medesimo sostrato attinto dalle concezioni antiche e parallelamente da molte tradizioni filosofiche anche contemporanee. Elementi sono derivati dall'umanismo, dal razionalismo, dal deismo anglosassone, e in certi frangenti anche dal pensiero New Age. Al contempo la dottrina è differenziata in quanto ciascuna denominazione etena presenta un proprio peculiare tipo di approccio al sistema e alla visione del mondo, oltre al fatto che le varie ramificazioni si diversifichino per la pratica ritualistica, l'organizzazione ecclesiastica e la dicotomia che le separa in geneticistiche e mondialistiche. L'Ásatrú e il Vanatrú sono simili e in un certo senso l'uno lo speculare dell'altro per motivi teologici; il Teodismo è simile alla religione asatruar ma offre una visione del mondo completamente diversa; il Fyrnsidù è simile al ramo teodista ma si organizza diversamente. L'Heidni e l'Odianesimo infine sono singolari per il loro mettere in secondo piano il pantheon nordico per enfatizzare il primo la natura e il secondo l'essere umano. La dottrina etena pone i propri fondamenti sui versi contenuti nell'Edda, la quale tuttavia non è considerata un testo sacro, ma un'opera mitologica, filosofica e morale. Nei versi eddici gli eteni trovano spiegazione alle questioni sul significato del mondo e della vita. Parallelamente la mitologia — che a differenza di quanto si crede non fu nemmeno in passato interpretata alla lettera — è vista come un insieme di racconti metaforici dai quali l'uomo può trarre significati etici.

La teologia etena è varia e si differenzia spaziando dal panteismo monistico dell'Odinismo, al panteismo puro dell'Heidni, fino ad arrivare al suiteismo nonteistico dell'Odianesimo. Tendenzialmente le denominazioni che si pongono a mezza strada tra un estremo e l'altro sono l'Ásatrú, il Vanatrú, il Teodismo e il Fyrnsidù. L'Odalismo è anch'esso piuttosto eclettico, ma si differenzia dalle altre correnti per un'impostazione incentrata sul concetto della Dea Madre. Stessa distanza potrebbe valere per il Wotanismo, sebbene questo dia poca importanza alle concezioni filosofiche quanto più all'idea di appartenenza alla tradizione. L'Irminismo infine è basato fortemente sull'idea dell'Irminsul come rappresentazione della Divinità, oltre che sull'idea del popolo come un qualcosa di unificato, un organismo al tempo stesso molteplice e sacro. Il panteismo che grossomodo accomuna la filosofia della maggioranza degli eteni, è quella concezione che identifica il divino con l'universo stesso, sacralizzando l'immanente e non riponendo la fede in qualcosa di soprannaturale e trascendente. Il cosmo è diretta emanazione del divino, e si costituisce attraverso gli eterni cicli che regolano l'aggregazione della materia di tutte le cose. Il principio divino è dunque la sostanza che costituisce il sostrato dell'esistenza e di cui tutte le cose sono fatte. Direttamente da questo ragionamento discende una concezione di sacralità che impregna la visione del mondo e della natura. Ogni cosa che esiste è sacra in quanto permeata dallo spirito dell'Uno e in quanto essa stessa fatta della Divinità, poiché parte di essa. Il divino è dunque il tutto, l'intero universo nella sua complessità, regolarità e vivacità. La vita è uno dei processi sacri governati dalle leggi naturali che procedono in modo circolare, essendo lo spirito divino la potenza primordiale che infonde vita alle cose.

« Nove mondi ricordo, nove sostegni, e l'albero misuratore ed eccelso che penetra la terra. Il frassino Yggdrasill sopporta pene più grandi di quanto gli uomini sappiano: il cervo lo bruca in alto, da una parte marcisce, altri esseri lo rodono alla base. »

Entra in scena nel contesto del panteismo eteno, il concetto dell'Yggdrasill, l'albero cosmico che pervade — secondo la mitologia — i nove mondi di cui è costituito il cosmo. Yggdrasill è la metafora dello spirito divino e dell'Uno stesso che permea i mondi. Come infatti Yggdrasill affonda le radici e dipana i rami in ogni angolo dell'esistente, nutrendo il tutto attraverso la sua infinita linfa; così la Divinità si dispiega andando a formare tutto ciò che esiste, e infonde in ogni cosa la vita attraverso la sua energia. Yggdrasill è definito come l'albero misuratore e va quindi a identificarsi con la legge eterna e primordiale, ovvero il teorema che sta alla base dell'armonia della natura universale. La metafora degli animali che si nutrono dell'albero esprime il concetto di immanenza del divino, mentre la marcescenza dell'albero è sinonimo di mutamento, e sta quindi a simboleggiare il continuo divenire e trasformarsi delle cose. La posizione delle differenti figure divine in questo sistema di concezione, può essere vista sia in senso politeistico che monistico. In generale l'Eternismo concepisce le divinità come delle forze della natura o essenze energetiche, intelligenze innate che stanno alla base dei processi naturali.

« Andarono allora gli dèi tutti ai troni del giudizio, divinità santissime, e su questo deliberarono: alla notte e alle fasi lunari nome imposero; al mattino dettero un nome e al mezzogiorno, al pomeriggio e alla sera per contare gli anni. »

Le divinità non sono entità concrete che provocano il sorgere del sole piuttosto che lo scorrere dell'acqua, queste sono tutte conseguenze ultime dell'agire delle potenze numistiche in tutti i mondi e i livelli dell'esistenza. Gli dèi sono infatti entità senza forma, carattere o aspetto; sono sempicemente degli spiriti della creazione che fungono da teoremi attraverso i quali si mantiene l'ordine e l'equilibrio dei cicli del cosmo, e attraverso i quali si compie ogni giorno il mistero dell'eterna creazione. Le divinità sono in poche parole le regole fondamentali dell'universo che permettono a questo di organizzarsi secondo una precisa logica evolvendo in armonia. Dai teoremi basilari scaturisce l'aggregazione della materia così come percepita dall'uomo e così come ipoteticamente percepita da altri esseri, aggregazione che si ripete in ogni istante da sempre e per sempre. L'interpretazione delle divinità si differenzia a seconda delle teologie di ciascuna delle confessioni etene. L'Odinismo è — per esempio — monistico, ovvero identifica la figura di Odino con l'Uno infinito, ovvero il principio primordiale dell'esistenza, emanatore di tutte le cose e delle leggi divine che permettono all'universo di mantenersi in equilibrio. Odino è chiamato dagli odinisti — per questo motivo — Padre Tutto. Parallelamente al panteismo odinico la religione odinista è quella che maggiormente tende al monismo, concependo le varie divinità come epifanie o raffigurazioni umane dei vari aspetti di Odino. Radicalmente diverso è il punto di vista degli odiani e degli heidinn. L'Odianesimo è basato su una teologia che ondeggia tra il suiteismo e l'autoteismo — concezioni sulle quali sono basate la maggioranza delle strutture teologiche della Via della Mano Sinistra, da cui l'Odianesimo è sicuramente stato influenzato — e lo psicologismo. Il suiteismo e l'autoteismo tralasciano la visione delle divinità come personificazioni della natura attraverso le quali l'uomo può giungere alla fusione con il tutto, e concepiscono gli dèi come espressioni delle inconsce aspirazioni e ambizioni dell'essere umano. Gli enti divini sono rappresentazioni delle emozioni intime dell'uomo, e di ciò che si desidererebbe per la crescita spirituale ed emotiva personale. La concezione suiteistica e autoteistica sposta il piano del divino dalla natura all'essere umano e alla sua individualità, trasformando le figure numistiche in modelli e vie da seguire per la comprensione del mondo. È per queste marcate definizioni che l'Odianesimo risulta simile al Laveyanesimo.
L'Heidni enfatizza un panteismo puro, eliminando il riferimento alla mitologia e alle figure divine e concependo semplicemente ogni cosa in funzione di divinità. Gli heidinn per questo motivo venerano la natura in senso letterale del termine. Trovano la divinità nelle piante, negli animali e nelle pietre. Sostanzialmente la visione del mondo heidinn è una radicalizzazione del panteismo delle denominazioni odinista, asatruar, teodista, fyrnsiduar e vanatruar, le quali si posizionano a metà strada tra la concezione heidinn e l'altra radicalizzazione, ossia quella odiana. Nell'Heidni trova piena realizzazione la tendenza culturale del tecnopaganesimo, che intende dare importanza anche alla sacralità del mondo tecnologico in quanto anche questo, per logica, facente parte del tutto essendo derivato dal mondo naturale e dunque dalla sorgente cosmica.

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MessaggioTitolo: Re: Etenismo   Etenismo EmptyVen Dic 05, 2008 5:20 pm

« In principio era il tempo: Ymir vi dimorava; non c'era sabbia né mare, né gelide onde; terra non si distingueva, né cielo in alto: il baratro era spalancato e in nessun luogo erba. »

Nell'analisi della cosmologia etena bisogna innanzitutto stabilire il fatto che essa non accetta il creazionismo (nemmeno il disegno intelligente in quanto i neopagani non concepiscono il divino come un'entità trascendente e personale che possa letteralmente progettare il cosmo), ma semplicemente l'evoluzionismo. Le religioni neopagane non sono infatti nel complesso incompatibili con le teorie scientifiche. Si deve tenere presente che la cosmologia è strettamente legata alla teologia, dato che la nascita dell'universo corrisponde — secondo gli eteni — al dispiegamento nel vuoto cosmico dell'energia universale emanata dall'Uno immanente e dell'Uno stesso in un'attività di armonizzazione del caos. La creazione etena non è un atto creativo in senso abramitico ma è piuttosto un'eterna creazione, ovvero un fatto che avviene da sempre e per sempre e si svolge perennemente. Infatti il racconto della nascita del cosmo non è visto tanto come una realtà assoluta, o la narrazione di un evento avvenuto in una determinata data storica. Al contrario l'Etenismo insegna che la creazione avviene di continuo (è per questo eterna) in quanto si tratta di quell'insieme di processi che a partire dall'energia originale dell'Uno immanente, organizzano l'universo così come l'uomo lo conosce e in tutte quelle realtà relative che l'uomo non percepisce. I processi governati dalle forze della creazione permettono all'energia cosmica di aggregarsi secondo una logica di armonia e di equilibrio, che consente la formazione delle realtà complesse interpretabili poi a seconda della percettività degli esseri viventi. L'intero sistema della concezione cosmologica dell'Etenismo è espresso metaforicamente dalla mitologia, e in particolare dal mito in cui Odino, Vili e Ve sconfiggono il gigante Ymir dal corpo del quale hanno origine gli elementi della natura. Il mito esprime chiaramente la derivazione di tutte le cose da una fornte primaria e da un mettere ordine da parte delle potenze divine a un caos informe ancestrale. Ymir è la rappresentazione di questo caos primordiale; i tre dèi simboleggiano invece le tre forze della creazione che agirono per prime come emanazioni del tutto divino. Il racconto esprime chiaramente come la cosmologia etena sia basata su un concetto di evoluzione e trasformazione degli elementi, un meccanismo derivato dall'ordine primordiale o legge dalla quale sono derivati per emanazione tutti i meccanismi che stanno alla base della complessità dell'intero cosmo. Questo essenzialmente il significato che propone l'Edda. I nove mondi sono una rappresentazione figurata delle infinite realtà di cui è costituito l'universo; Yggdrasill, l'albero del mondo, è la rappresentazione del divino che affonda le sue radici e le sue frasche in ogni cosa che esiste, andando a nutrire la materia di tutte le cose con la sua energia. Importante nella cosmologia etena è il concetto della ciclicità. La realtà è composta da cicli eterni che sono percepibili in qualsiasi cosa e in qualsiasi processo che avvenga a livello umano e non umano. La stessa vita così come concettualizzata dall'uomo è un ciclo, ovvero un processo che passa attraverso una nascita, una crescita e una morte. Ogni cosa attraversa queste tre differenti fasi — simboleggiate dalle tre Norne, le divinità del fato. I processi su cui si basa l'esistenza delle cose sono visti circolarmente in quanto dopo la morte ha sempre inizio una nuova vita; dopo il caos si genera sempre un nuovo ordine. Per fare un esempio, dopo la distruzione di una foresta da parte di un incendio, la foresta troverà un nuovo equilibrio e si rigenererà attraverso il lavoro di un'infinità di microcicli. Così vale per la vita dell'essere umano e di qualsiasi altro essere vivente, la quale dopo la fine trova sempre un nuovo inizio, che per gli eteni porta all'unione con il tutto e alla reincarnazione. Il reincarnazionismo è la dottrina centrale dell'escatologia delle religioni etene. La dottrina insegna che la morte è in verità un fattore inesistente, in quanto consistente in una trasformazione e non in una conclusione definitiva. L'Etenismo vede l'essere umano come composto sì da un corpo fisico che smettendo di vivere trasmuta, ma anche da un impulso di energia senziente che lo lega al tutto, e quindi alle divinità. Lo stesso corpo fisico è in realtà parte del tutto, e quindi costituito dalla sostanza eterna dell'Uno. La mitologia etena spiega la cosmologia attraverso un mito in particolare, ovvero quello di Baldr e del Ragnarok, la fine del mondo. Baldur è una divinità della luce, figlio di Odino, incarnazione dunque del bene armonico per eccellenza. Il mito della morte di Baldr implica una momentanea vittoria delle forze del male, le quali hanno il sopravvento sul bene.

« Il Sole si oscura, la terra sprofonda nel mare, scompaiono dal cielo le stelle lucenti. Sibila il vapore con quel che alimenta la vita, alta gioca la vampa col cielo stesso. Affiorare lei vede, ancora una volta, la terra dal mare di nuovo verde. Cadono le cascate, vola alta l'aquila, lei che dai monti cattura i pesci. »

Le forze del male sono la metafora del caos, mentre le forze del bene simbolizzano l'ordine e l'armonia. Con la morte del dio il caos distrugge l'ordine, portando il mondo al Ragnarok, ovvero alla fine. Il mito tuttavia prosegue narrando che dal caos scaturisce un rinnovato ordine, portato avanti da una nuova armonia. Tutto ciò è una rappresentazione simbolica di quello che realmente avviene, ovvero la costituzione di nuove regole di ordine dopo la distruzione di quelle precedenti. Il mito è applicabile a qualsiasi aspetto della vita dell'uomo o più largamente a qualsiasi processo di disgregazione e rigenerazione che caratterizza l'evolversi della natura delle cose.

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MessaggioTitolo: Re: Etenismo   Etenismo EmptyVen Dic 05, 2008 5:21 pm

L'etica dell'Etenismo è forse la caratteristica dottrinale che più avvicina le varie denominazioni tra loro. Essenzialmente si fonda sui precetti rappresentati dalle Nove Nobili Virtù e dai Nove Carichi. Il primo codice è basato sull'Havamal, uno dei poemi dell'Edda in cui si trovano massime di moderazione attinenti a svariati campi della vita. Il sistema consiste in una serie di dettami quali l'amore, l'amicizia, il rispetto per gli anziani e per i bambini. Si tratta di comandamenti che possono servire all'essere umano per lo sviluppo dell'aspetto sociale, quello che gli permette di essere parte integrante della comunità umana e del mondo. Parallelamente i Nove Carichi contengono dei precetti che servono all'uomo per lo sviluppo armonico e spirituale della propria sfera individuale. Coraggio, verità, autocontrollo, onore, autocoscienza, operosità e industriosità sono alcune delle regole dei Carichi. Bisogna infine tenere conto della figura delle divinità, le quali rappresentano dei modelli, in particolare nella tradizione odiana, che l'uomo può seguire per autorealizzarsi e sviluppare ambizioni e progetti. Un valore importante — delle Nove Nobili Virtù — che caratterizza l'Etenismo è la valorizzazione del rispetto nel rapporto di coppia, visto come istituzione sacra in quanto simboleggiante l'unione naturale che sta alla base della nascita e del proseguire della vita. L'etica etena è anche guidata dal concetto del wyrd (chiamato anche orlog; in alfabeto latino esteso ørlög), ovvero il destino, concepito in modo moderatamente fatalistico e deterministico similmente alla visione che ne aveva la cultura grecoromana. Il destino di una persona non è un fattore già stabilito, ma si modella con l'evolvere della vita della persona stessa. Il fato viene determinato dallo svilupparsi delle situazioni, le quali a loro volta derivano dalle decisioni che la persona prende in ogni singolo istante della sua esistenza; dunque il destino è in realtà il dispiegarsi dell'evoluzione degli eventi. Componente quasi fondante dell'etica etena è il rispetto della natura, scaturente dalla concezione di sacralità della stessa. L'Etenismo non critica la tecnologia né predica la completa separazione dai beni materiali; le correnti più mistiche sono ostili piuttosto al decadentismo, al consumismo e al materialismo. La denominazione teodista si discosta dal sistema etico comune alle altre confessioni, avendo codificato una propria dottrina improntata su particolari visioni del mondo.

Le divinità principali onorate dagli eteni sono quelle tradizionali facenti parte del pantheon anglosassone e germanico, riunite dalla denominazione di divinità nordiche. Si distinguono in due gruppi distinti, gli Æsir e i Vanir. Gli Æsir sono considerati divinità legate alla sfera dell'intimità umana, dunque connesse con i sensi, le emozioni e le sensazioni. I Vanir sono invece divinità propriamente naturalistiche, ovvero legate ai vari elementi che costituiscono l'universo. Le divinità non vanno interpretate come enti fisici, ma come forze energetiche primordiali che agiscono alla base della manifestazione della sostanza e giungono quindi a produrre l'evoluzione delle cose del mondo così come percepite e non percepite dall'essere umano. La religione asatruar concentra il culto sulla venerazione degli Æsir, mentre la religione vanatruar è incentrata sui Vanir. L'Odinismo onora tutte le potenze cosmiche come emanazioni dell'Uno identificato con Odino. I culti eteni comprendono anche una sorta di culto degli antenati e una tendenza all'animismo, ovvero alla venerazione degli elementi naturali come espressione più pura del divino. Spesso onorati sono anche personaggi saggi e anziani — a volte non defunti — considerati una sorta di mistici o comunque persone che si pensa abbiano raggiunto un elevato livello di comprensione dei misteri. Il culto è praticato attraverso una serie di tre rituali definiti: il blot, il sumbel e il seid. Il blot (in lingua nordica "offerta") è un tipico rituale di offertorio o sacrificio rituale di un animale. Nell'Etenismo moderno i blot sono spesso celebrati a contatto con la natura, vale a dire in luoghi quali i boschi, dato che le istituzioni non hanno ancora organizzato un sistema di costruzione di templi e una rete degli stessi. Il blot è letto come un'offerta alle divinità, dato che vengono allestiti dei veri e propri banchi in cui si donano in voto cibi e bevande. In realtà è interpretabile anche come una cena rituale, dato che in seguito alle funzioni i partecipanti al rito mangiano le offerte in simbolo di condivisione di queste con le divinità entrando in comunione con esse. Il rituale può essere altamente formalizzato e preciso nel caso di occasioni importanti, mentre essere semplice e simbolico in altre istanze. Ci sono gruppi — in particolare le comunità teodiste — che preferiscono un'aderenza fedele alla versione storica del culto, differenziandosi dalla tendenza comune. Gli aderenti alle altre denominazioni adottano infatti spesso delle versioni modernizzate del sistema liturgico. La cerimonia è condotta da un'autorità religiosa, il sacerdote o godi, che si occupa dell'innalzamento di inni, delle benedizioni, e del sacrificio dell'animale. Il sumbel (chiamato anche symbel, dall'inglese antico) è un rito che viene svolto attraverso l'ingestione di bevande solitamente alcoliche, di cui l'idromele e l'ale sono le più frequenti. Consiste essenzialmente nel consumo di una bevanda contenuta all'interno di un corno passato di persona in persona, un po' alla maniera della vecchia messa cattolica, quando il vino veniva offerto a ciascun fedele (si pensa effettivamente che il rituale della messa sia stato influenzato da riti precristiani in cui già si mangiava pane e si beveva vino nell'atto di entrare in comunione con le divinità).

Il significato di questa tipologia di rito è legato alla sfera dei rapporti interpersonali. L'atto del passaggio del corno simbolizza l'instaurare o il rinnovare un legame di amicizia tra il datore e il ricevente o vice versa. Durante la cerimonia possono essere invocati gli dèi per richiederne la protezione per se e per la famiglia o gli amici. Il seid è un rituale esoterico con elementi sciamanici e profetici. Non si tratta di una pratica comune e nemmeno grandemente diffusa tra le comunità etene, per il fatto che si tratti di un rituale di tipo misterico. I seid sono modellati sulle informazioni riportate nella Saga di Eric il Rosso: una seidkona (in alfabeto latino esteso seiðkona), ovvero una profetessa, siede su una piattaforma e — in estasi mistica — profetizza in modo formulaico mentre delle donne cantano degli inni divinatori. In Gran Bretagna i seid vengono praticati esclusivamente per invocare eccezionalmente la protezione o per entrare in contatto in modo diretto con i defunti.

Le principali derivazioni ideologiche che scaturiscono dalla dottrina etena, come anche da quella delle altre religioni neopagane, sono l'ecopaganesimo e il tecnopaganesimo. L'ecopaganesimo è un movimento di vasta portata filosofica, politica e culturale strettamente legato alla visione della natura come sacra e madre di tutte le cose. L'attività ecopagana passa attraverso la sensibilizzazione riguardante questioni ecologiche e la diffusione di valori ambientalistici. Tendenzialmente i movimenti politici che si rifanno all'ecopaganesimo mettono in primo piano il rapporto dell'uomo con la natura, e mettono in pratica attivismo negli impegni legati all'ambiente. L'ecopaganesimo può essere sicuramente visto come un aspetto dell'attivismo pagano, ovvero l'impegno politico che in particolare negli Stati Uniti è divenuto centrale per certe comunità, wiccane in primis. Il tecnopaganesimo è invece una filosofia che attraversa trasversalmente tutte le tradizioni neopagane, e dunque anche quelle etene. Si tratta di un movimento di pensiero che vuole ricercare la spiritualità anche nell'ambito della tecnologia più antropica. Essenzialmente è una conseguenza logica del panteismo teologico, dato che partendo dal presupposto che ogni cosa è composta dall'energia universale, il tecnopaganesimo sostiene che lo spirito possa essere percepito anche nell'arte e nella regolarità di un moderno manufatto. In ambiente strettamente eteno, nata dal Romanticismo del XIX secolo è la risorgenza vichinga, che presenta connessioni con la letteratura gotica e correnti dell'arte stessa romantica come il preraffaellismo e l'art nouveau. Notevole è anche l'influenza su L'anello del Nibelungo di Richard Wagner, o sull'high fantasy basato sulla mitologia norrena. Parallelamente alla rinascita etena, culturalmente parlando si è andata a formare una corrente musicale, quella del neofolk, in cui hanno grande importanza gli strumenti musicali tradizionali e in cui lo stile è in massima parte acustico ed eteno nelle tematiche trattate. Sempre in ambito musicale, il black metal al momento della sua formazione in Norvegia era profondamente di ispirazione neopagana. Sebbene questa tendenza si sia largamente persa nel genere principale, spostatosi su tematiche anche anticristiane, essa continua a rimanere attiva nel sottogenere del folk metal. L'Etenismo propone infine una nuova visione del mondo attraverso la sua teologia panteistica. L'identificazione della Divinità con la natura rende questa sacra e pertanto ogni più piccola espressione dello sviluppo del mondo è vista come una manifestazione dello spirito divino che costituisce ogni cosa. Da questa concezione scaturisce una valorizzazione nei confronti della vita umana, e del rapporto dell'essere umano con se stesso e con gli altri. L'uomo non è più visto — come nella visione del mondo giudeocristiana — come un essere eletto, superiore alla natura e a tutti gli altri animali; al contrario è considerato parte ed espressione del tutto. Ogni singolo aspetto della natura intima dell'uomo viene sublimato e sacralizzato, a partire dalla sessualità, concepita come una delle più alte qualità attraverso cui l'umanità si mette in comunione con la propria intimità e quindi con il divino. Come già accennato in precedenza la religiosità etena — e neopagana — riesce perfettamente ad integrarsi con la visione scientifica del mondo, attraverso una filosofia di vita umanistica e razionalistica.


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