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 Pantheon greco-romano (divinità principali)

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g0rka
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MessaggioTitolo: Pantheon greco-romano (divinità principali)   Pantheon greco-romano (divinità principali) EmptyMer Giu 25, 2008 4:46 pm

CUPIDO (Roma) Latino cupido, da cupere, "bramare", nella mitologia romana, figlio di Venere, dea dell'amore, e di Vulcano, dio del fuoco. Noto soprattutto come il dio giovane e bello che si innamorò di Psiche, una fanciulla bellissima. In altri racconti appare come un ragazzo dispettoso che colpisce indiscriminatamente uomini e dei con le sue frecce, facendoli innamorare perdutamente. Nelle raffigurazioni artistiche di solito Cupido appare come un bimbo nudo e alato, spesso bendato, con arco e frecce.


EROS (Grecia) Dio dell'amore. Nella mitologia più antica era rappresentato come una delle prime forze della natura, figlio del Caos e personificazione dell'armonia e della potenza creativa dell'universo; ben presto, tuttavia, venne identificato con un giovane bello e affascinante, accompagnato da Foto ("bramosia") e Imero ("desiderio"). Nella mitologia più tarda appare inseparabile dalla madre, Afrodite, dea dell'amore. Nell'arte greca Eros veniva descritto come un giovane alato, piccolo ma bellissimo, dagli occhi frequentemente bendati per simboleggiare la cecità dell'amore. A volte aveva in mano un fiore, ma più spesso arco e frecce d'argento, con cui lanciava frecce di desiderio nel petto degli dei e degli uomini. Nell'arte e nella leggenda romane, Eros degenerò in un ragazzino dispettoso e fu spesso raffigurato come un paffuto fanciullino alato armato di arco e faretra.

APOLLO (Grecia) Figlio del dio Zeus e di Leto, figlia di un titano. Nelle leggende omeriche Apollo era prima di tutto un dio profeta con un importante oracolo a Delfi, che concedeva talvolta il dono profetico ai mortali che amava, come la principessa troiana Cassandra. Era anche il dio della musica e della medicina, oltre che un abilissimo arciere e un grande atleta; era anche il dio dell'agricoltura e del bestiame, della luce poetica e della verità filosofica. Talvolta Apollo è descritto spietato e crudele, come nell'Iliade di Omero dove si dice che rispose alle preghiere del sacerdote Crise, che implorava la liberazione di sua figlia da parte del generale greco Agamennone, lanciando frecce infuocate portatrici di peste sull'esercito greco; uccise per gelosia Coronide, che gli aveva dato il figlio Asclepio; rapì e violentò la giovane principessa ateniese Creusa e l'abbandonò assieme al figlio con lei concepito. Nell'arte antica Apollo veniva rappresentato più delle altre divinità, forse per la sua bellezza fisica. Uguale per i Romani

DIONISO (Grecia) Dio del vino e della vegetazione che insegnò ai mortali la viticoltura e la vinificazione. Figlio di Zeus e della mortale Semele, figlia del re di Tebe, Cadmo, Dioniso venne spesso raffigurato sui vasi attici come dio della vegetazione, con un corno per bere e tralci di vite; in seguito divenne popolare come dio del vino, e in alcune feste in suo onore gli si attribuivano "miracoli del vino". Secondo la tradizione, Dioniso moriva ogni inverno per rinascere in primavera, simboleggiando, con la rinascita ciclica e la ricomparsa dei frutti sulla terra. Dal V secolo a.C. Dioniso fu conosciuto presso i greci anche come Bacco, e baccanti erano detti i suoi seguaci che lo invocavano durante i misteri, nati probabilmente dalle feste di primavera e divenuti un'occasione per abbandonarsi al vino e alle licenziosità. Fu in questa forma che il culto di Dioniso si diffuse presso i romani, dove i suoi misteri furono chiamati, nel II secolo a.C., Baccanali, e divennero così sfrenati da incorrere nella proibizione del senato romano nel 186 a.C. Nel I secolo d.C., tuttavia, i misteri di Dioniso erano ancora popolari, come attestano le raffigurazioni visibili sui sarcofagi greci.

DEMETRA (Grecia) Dea del grano e dei raccolti, figlia del titano Crono e di Rea. Quando sua figlia Persefone fu rapita da Ade, dio degli Inferi, Demetra ne fu così addolorata che trascurò le terre, sulle quali non crebbe più alcuna pianta, e la carestia si abbatté sul mondo. Sconcertato dalla situazione, Zeus chiese al fratello Ade di restituire Persefone alla madre. Questi acconsentì, ma prima di liberarla le fece mangiare i chicchi di una melagrana che l'avrebbero costretta a ritornare da lui quattro mesi all'anno (sei mesi in un'altra versione del mito). Felice di aver ritrovato sua figlia, in primavera Demetra faceva nascere dalla terra fiori, frutti e grano in abbondanza, ma in autunno, quando Persefone ritornava nel mondo sotterraneo, il suo dolore provocava la morte della vegetazione e apriva le porte all'inverno.

CECERE (Roma) Dea dell'agricoltura, la cui figlia Proserpina era identificata con Persefone. La credenza greca secondo la quale alla sua gioia di unirsi nuovamente alla figlia si doveva ogni primavera la rinascita della natura e l'abbondanza di frutta e di raccolti sulla terra, fu introdotta a Roma nel V secolo a.C., e il suo culto divenne molto popolare soprattutto fra i plebei. La parola "cereali" deriva dal suo nome e la sua festa principale, chiamata Cerialia, si celebrava intorno alla metà di aprile.

ARTEMIDE (Grecia) Una delle dee principali. Figlia di Zeus e di Leto e sorella gemella di Apollo, era la più importante delle divinità della caccia e degli animali selvatici, soprattutto degli orsi, nonché protettrice delle nascite, della natura e dei raccolti. In quanto personificazione della Luna, talvolta veniva identificata con Selene ed Ecate. Benché tradizionalmente protettrice delle giovani fanciulle, durante la guerra di Troia Artemide impedì ai greci di salpare per Troia finché non le ebbero sacrificato una vergine. Secondo alcune versioni della leggenda, all'ultimo momento salvò la vittima, Ifigenia. Come Apollo, Artemide era armata di arco e frecce, con cui spesso puniva i mortali che la indispettivano. Secondo altre leggende, assicurava alle donne che morivano di parto una morte rapida e indolore.

DIANA (Roma) Dea della Luna e della caccia. Custodiva le fonti e i torrenti ed era la protettrice degli animali selvatici. Era inoltre particolarmente cara alle donne, poiché assicurava un parto facile alle sue predilette. Nelle raffigurazioni artistiche di solito appare come una giovane cacciatrice, spesso con arco e frecce.

ERACLE (Grecia) Eroe noto per la forza e il coraggio e per le sue numerose imprese; Ercole è il suo nome romano. Era figlio del dio Zeus e di Alcmena, moglie del generale tebano Anfitrione. Era, sposa gelosa di Zeus, voleva uccidere il figlio del dio infedele; poco dopo la nascita di Eracle mandò due grossi serpenti nella sua culla, ma il neonato li strangolò. Da ragazzo Eracle uccise un leone con la sola forza delle mani; in seguito vinse gli abitanti di Orcomeno, città che riscuoteva tributi da Tebe: come ricompensa, gli venne concessa la mano della principessa tebana Megara, dalla quale ebbe tre figli. Era, ancora implacabile nel suo odio verso Eracle, gli causò un attacco di pazzia durante il quale uccise moglie e figli. Per l'orrore e il rimorso di ciò che aveva fatto, Eracle avrebbe voluto togliersi la vita, ma l'oracolo di Delfi gli disse che si sarebbe purificato diventando il servitore di Euristeo, re di Micene. Euristeo, spinto da Era, gli indicò come espiazione il compimento di dodici difficili imprese.

ASCLEPIO (Grecia) Dio della medicina, il cui simbolo era un bastone intorno al quale stava avvolto un serpente. Era figlio del dio Apollo e di Coronide, una bellissima fanciulla tessala. Infuriato perché Coronide gli era stata infedele, Apollo la uccise e trasse Asclepio non ancora nato dal suo grembo, per poi affidarlo al centauro Chirone. Asclepio imparò tutto ciò che Chirone sapeva sulla medicina e divenne abilissimo nel guarire, ma poiché minacciava l'ordine naturale strappando gli uomini alla morte, il dio Zeus lo uccise con un fulmine. Per i romani si chiamava Esculapio.

ZEUS (Grecia) Dio del cielo e il signore degli dei del monte Olimpo. Secondo Omero, Zeus era il creatore, il protettore e il signore tanto degli dei olimpici quanto del genere umano, nonché il re del cielo, il dio della pioggia, il raccoglitore delle nubi e il dispensatore dei fulmini; il dio si proteggeva il petto con l'egida e veniva simboleggiato dall'aquila e dall'albero di quercia Zeus era il figlio più giovane del titano Crono e della titanide Rea e fratello degli dei Poseidone, Ade, Estia, Demetra ed Era. Secondo un antico mito riguardante la nascita di Zeus, Crono, temendo di perdere il trono per mano di uno dei figli, li ingoiava appena nati. Quando nacque Zeus, Rea avvolse in fasce una pietra che fece ingoiare a Crono e nascose a Creta il neonato, che venne accudito dalle ninfe. Divenuto adulto, Zeus obbligò Crono a restituire gli altri figli, assetati di vendetta. Nella guerra che ne seguì, i titani combatterono al fianco di Crono, ma vinse Zeus con gli altri dei, mentre i titani furono gettati nel Tartaro. Zeus da quel momento dominò il Cielo, i suoi fratelli Poseidone e Ade ebbero il potere rispettivamente sul mare e sugli inferi, mentre la Terra fu governata in comune da tutti e tre. Nei poemi omerici Zeus viene rappresentato come il dio della giustizia e della pietà, sposo della sorella Era, con la quale ebbe Ares, dio della guerra, Ebe, dea della giovinezza, Efesto, dio del fuoco, e Ilizia, dea del parto.

GIOVE (Roma) Il padre degli dei, figlio del dio Saturno, che spodestò. In origine dio e re del cielo, Giove era venerato come dio della pioggia, del tuono e del fulmine. Come protettore di Roma veniva chiamato Iuppiter Optimus Maximus ("il migliore e il più grande") ed era venerato in un tempio sul Campidoglio. In quanto Iuppiter Fidius era il custode della legge, il difensore della verità e il protettore di giustizia e virtù; i romani identificavano Giove con Zeus, il dio supremo dei greci, e assegnavano al dio latino gli attributi e i miti della divinità greca. Nella letteratura latina, perciò, Giove ha molte caratteristiche greche, mentre nel culto religioso romano era sostanzialmente immune dagli influssi greci.

ERA (Grecia) La regina degli dei; figlia del titano Crono e della titanide Rea, era sorella e sposa di Zeus. Dea del matrimonio e protettrice delle donne sposate, Era generò Ares, dio della guerra; Efesto, dio del fuoco; Ebe, dea della giovinezza, e Ilizia, dea del parto. Moglie gelosa, Era perseguitò spesso le amanti e i figli di Zeus; non dimenticava mai un'offesa ed era nota per la sua natura vendicativa. Adirata con il principe troiano Paride che le aveva preferito Afrodite, dea dell'amore, in una gara di bellezza, Era aiutò i greci nella guerra di Troia e fu soddisfatta soltanto quando la città venne finalmente distrutta.

GIUNONE (Roma) Regina degli dei, sposa e sorella di Giove. Era la protettrice delle donne e fu venerata con nomi diversi. Come Iuno Pronuba presiedeva al matrimonio, come Iuno Lucina aiutava le donne nel parto, e come Iuno Regina era la particolare consigliera e protettrice dello stato romano. La festa a lei dedicata, i Matronalia, si celebrava il primo giorno di marzo. Il mese di giugno prese il nome da lei.

ARES (Grecia) Dio della guerra e figlio di Zeus e di Era. Aggressivo e feroce, impersonava la natura brutale della guerra. Tra le divinità a lui associate c'era Afrodite, dea dell'amore, da cui ebbe dei figli, e divinità minori come Deimo (Terrore) e Fobo (Paura), che lo accompagnavano in battaglia. Per quanto ardito e battagliero, Ares non era invincibile, neppure contro i mortali.
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MessaggioTitolo: Re: Pantheon greco-romano (divinità principali)   Pantheon greco-romano (divinità principali) EmptyMer Giu 25, 2008 4:47 pm

MARTE (Roma) Dio della guerra. Benché la sua natura originaria e le sue funzioni siano oscure, Marte, da cui prende nome il mese di marzo, era identificato dai romani con il dio greco della guerra, Ares. Tra le principali divinità di Roma, era considerato anche il padre del popolo romano, in quanto padre di Romolo, il leggendario fondatore della città; il suo altare si trovava nel Campo Marzio. Nel 42 a.C., per commemorare la propria vittoria sugli assassini di Giulio Cesare, l'imperatore Augusto attribuì a Marte il titolo di Ultor ("vendicatore") e gli dedicò un nuovo tempio.

ERMES (Grecia) Messaggero degli dei, figlio del dio Zeus e di Maia, figlia del titano Atlante. Messaggero particolare di Zeus, Ermes portava sandali alati, un cappello a falda larga e una verga d'oro magica (il caduceo), con serpenti intrecciati e ali; Ermes conduceva le anime dei morti nel mondo sotterraneo (Ermes Psicopompo), possedeva poteri magici sul sonno e i sogni, ed era il dio del commercio e dei mercanti, nonché il custode delle mandrie. Dio degli atleti, proteggeva i ginnasi e gli stadi e lo si riteneva responsabile sia della fortuna che della ricchezza. Malgrado le sue virtù, Ermes era anche un nemico pericoloso, un truffatore e un ladro. Il giorno della sua nascita rubò il bestiame del fratello Apollo, dio del Sole, facendo camminare all'indietro la mandria sulle proprie orme per cancellarne le tracce; posto a confronto con Apollo, Ermes negò il furto, ma i due fratelli si riconciliarono quando Ermes donò ad Apollo la lira che aveva creato. Ermes veniva rappresentato nell'arte greca più antica come un uomo barbuto e maturo; nel periodo classico divenne un giovane atletico, nudo e imberbe.

MERCURIO (Roma) Messaggero degli dei, figlio del dio Giove e di Maia, figlia del titano Atlante. Mercurio era anche il dio dei mercanti e del commercio e condivideva molti degli attributi del dio greco Ermes. Al culto di Mercurio venne dedicato un tempio vicino al Circo Massimo, a Roma, nel 495 a.C.

ATENA (Grecia) Figlia prediletta di Zeus, Atena nacque già adulta dalla testa del dio armata di uno scudo ornato con la spaventosa testa della gorgone Medusa, che pietrificava chiunque la guardasse, della sua lancia, dell'egida (una corazza di pelle caprina) e dell'elmo. Era chiamata anche Pallade o Parthénos ("la vergine"), e ad Atene si trovava il principale tempio a lei dedicato, il Partenone: secondo la leggenda, divenne suo come ricompensa del dono dell'ulivo che aveva fatto agli ateniesi. Atena era prima di tutto la dea delle città greche, delle arti e dei mestieri e, nella mitologia più tarda, della saggezza. è anche la dea della guerra; tra gli dei fu la più accanita sostenitrice dei greci durante la guerra di Troia. Dopo la caduta della città, tuttavia, questi non rispettarono la sacralità di un altare dedicato alla dea, presso il quale si era rifugiata la profetessa troiana Cassandra. Per punirli, Atena chiese quindi a Poseidone, dio del mare, di scatenare una tempesta che distrusse la maggior parte delle navi greche sulla via del ritorno da Troia. La dea era anche protettrice dell'agricoltura e dei mestieri femminili, soprattutto della filatura e della tessitura. All'uomo, invece, dedicò l'invenzione dell'aratro e del flauto e le arti di addomesticare gli animali, costruire navi e fabbricare calzature. Fu spesso associata agli uccelli, soprattutto alla civetta.

MINERVA (Roma) Dea dei lavori manuali. Identificata fin dai tempi antichissimi con Atena, Minerva era patrona delle arti e del commercio. Con Giove e Giunone, era venerata in un grande tempio sulla sommità del Campidoglio a Roma.

POSEIDONE (Grecia) Dio del mare, ma in origine anche dei terremoti, figlio del titano Crono e di Rea, e fratello di Zeus e di Ade. Poseidone era lo sposo di Anfitrite, una delle nereidi, dalla quale aveva avuto un figlio, Tritone. Poseidone, tuttavia, ebbe numerose altre storie d'amore, specialmente con ninfe di sorgenti, con le quali generò numerosi figli famosi per la loro barbarie e crudeltà, tra cui il gigante Orione e il ciclope Polifemo; con la gorgone Medusa concepì Pegaso, il celebre cavallo alato. Poseidone ha un ruolo di spicco in molti miti e leggende greci: lottò senza successo contro Atena, dea della saggezza, per il controllo di Atene; quando, assieme ad Apollo, dio del Sole, si vide privato del compenso pattuito per avere aiutato Laomedonte, re di Troia, a costruire le mura della città, si vendicò furiosamente mandando un terribile mostro marino a devastare la regione, e durante la guerra di Troia si schierò con i greci. In arte Poseidone compare come un personaggio maestoso, con la barba, che impugna un tridente, ed è spesso accompagnato da un delfino. Ogni due anni, a Corinto, si tenevano in suo onore i giochi istmici, corse di cavalli e carri.

NETTUNO (Roma) Dio del mare, figlio del dio Saturno e fratello di Giove, re degli dei, e di Plutone, dio dei morti. In origine dio delle fonti e dei corsi d'acqua, fu poi identificato con il dio greco del mare, Poseidone.

ADE (Grecia) Figlio del Titano Crono e di Rea, Ade era fratello di Zeus e Poseidone. Dopo la deposizione di Crono e la spartizione dell'universo, Ade ottenne il mondo sotterraneo, sul quale regnò insieme alla ninfa Persefone, rapita dal mondo terreno; benché fosse un dio feroce e non si placasse né con sacrifici né con preghiere, non era malvagio. Era noto anche come Plutone, signore delle ricchezze, perché sia i raccolti che i metalli preziosi erano considerati appartenenti al regno degli Inferi. Il mondo sotterraneo su cui regnava, nelle lontane regioni dell'Occidente, era formato dall'Erebo, luogo dove approdavano le anime dei trapassati, e dalle profondità del Tartaro, in cui gli dèi avevano imprigionato i Titani. Era un luogo cupo, separato dal mondo da fiumi dall'aspetto triste e minaccioso; veniva custodito da Cerbero, un cane con tre teste e la coda di drago, mentre a un vecchio barcaiolo, Caronte, toccava il compito di traghettare le anime dei morti attraverso le loro acque. Nell'oscurità degli Inferi aveva sede il palazzo di Ade, rappresentato come una dimora fatiscente con molti cancelli, affollata di anime e popolata di fantasmi. Nelle leggende più tarde il regno degli Inferi viene distinto in due luoghi separati: l'Elisio, luogo della ricompensa ultraterrena dei buoni, e il Tartaro, dove vengono puniti i malvagi.

PLUTONE (Roma) Dio dei morti, sposo di Proserpina, che corrisponde al dio greco Ade. Plutone aiutò i suoi due fratelli, Giove e Nettuno, a esautorare il padre, Saturno. Quando si divisero tra loro il mondo, Giove scelse la terra e i cieli come suo regno, Nettuno diventò il dio del mare e Plutone ebbe il mondo sotterraneo, in cui regnava sulle ombre dei morti. In origine era considerato un dio fiero e inflessibile, sordo alle preghiere e insensibile ai sacrifici. Nei culti posteriori e nelle credenze popolari vennero enfatizzati gli aspetti più miti e benefici di questo dio. Ritenuto il dispensatore dei beni nascosti nella terra, come i minerali preziosi e le messi, Plutone era noto anche come Orco o Dis, colui che dà la ricchezza.

PERSEFONE (Grecia) Figlia di Zeus, padre degli dei, e di Demetra, dea della Terra e dell'agricoltura. Ade, dio del mondo sotterraneo, si innamorò di Persefone e volle sposarla. Benché Zeus acconsentisse, Demetra rifiutò il matrimonio; Ade allora la rapì mentre coglieva fiori, per portarla nel suo regno. Demetra cominciò a vagare alla ricerca della figlia perduta, e la terra cadde nella desolazione: tutte le piante morirono e la carestia devastò il territorio, finché Zeus mandò Ermes, il messaggero degli dei, a riportare Persefone da sua madre. Ma prima di lasciarla andare, Ade la indusse a rompere il digiuno facendole mangiare un chicco di melagrana e legandola così per sempre al regno dei morti. Si trovò comunque un compromesso: Persefone avrebbe passato quattro mesi (altre versioni dicono sei mesi) agli Inferi e il resto dell'anno sulla terra. Questo faceva sì che, in quanto dea dei morti e della fertilità della Terra, Persefone rappresentava la rinascita della natura in primavera. In onore di Persefone – identificata dai romani con Proserpina – e di sua madre, si tenevano i misteri di Eleusi.

CRONO (Grecia) Signore dell'universo durante l'Età dell'Oro, uno dei sei titani maschi, ultimo figlio di Urano e Gea. I primi figli dei suoi genitori furono gli ecatonchiri, mostri con cento mani e cinquanta teste, che Urano aveva rinchiuso in un luogo segreto. Per salvarli, Gea chiese aiuto ad altri suoi figli: soltanto Crono accettò la sfida, evirò Urano e ne prese il posto nei cieli. Crono sposò la propria sorella, Rea, e generò con lei sei delle dodici divinità dell'Olimpo. Essendogli stato profetizzato che uno dei suoi figli l'avrebbe spodestato, Crono divorò i primi cinque appena nati. Ma il sesto figlio, Zeus, venne sostituito da Rea con una pietra avvolta in fasce. Zeus fu nascosto a Creta, e quando diventò adulto con l'aiuto di Gea costrinse Crono a rigettare i cinque figli e la pietra, che fu poi portata a Delfi. Liberati gli ecatonchiri e i ciclopi dalla prigione in cui li aveva rinchiusi Crono, con il loro aiuto e con quello delle sue cinque sorelle e dei titani, Zeus intraprese una guerra contro il padre. Crono e i titani furono confinati nel Tartaro, una grotta nella parte più profonda del mondo sotterraneo.

SATURNO (Roma) Antico dio dell'agricoltura. Nelle leggende più tarde fu identificato con il dio greco Crono, che, spodestato dal figlio Zeus (per i romani, Giove), fuggì in Italia, dove regnò nell'Età dell'Oro, epoca di perfetta pace e felicità. Durante i Saturnali, una festa che iniziava il 17 dicembre di ogni anno e durava sette giorni, veniva ripristinata una sorta di Età dell'Oro, in cui tutte le attività erano sospese e le esecuzioni e le operazioni militari rinviate; inoltre, era accordata la libertà agli schiavi, che sedevano a tavola al posto d'onore ed erano serviti dai loro padroni. Saturno era lo sposo di Opi, dea dell'abbondanza. Tra i figli di Saturno c'erano, oltre a Giove, re degli dei, Giunone, dea del matrimonio; Nettuno, dio del mare; Plutone, dio dei morti; Cerere, dea del grano. Nelle raffigurazioni artistiche, Saturno di solito compare con la barba, reggendo una falce o una spiga di grano.

GEA (Grecia) La personificazione della madre Terra, figlia di Caos. Era madre e moglie del padre Cielo, impersonato da Urano. Gea e Urano erano i genitori delle più antiche creature viventi, i titani, i ciclopi, i giganti e gli ecatonchiri, giganti provvisti di cento braccia e cinquanta teste. Temendo e detestando i giganti, benché fossero suoi figli, Urano li rinchiuse in un luogo segreto della Terra, lasciando in libertà i ciclopi e i titani. Gea, infuriata, convinse suo figlio, il titano Crono, a spodestare suo padre. Crono evirò Urano e dal suo sangue Gea generò i giganti e tre dee vendicatrici, le erinni. La sua ultima e terrificante creatura, concepita con Tartaro, fu Tifone, un mostro dalle cento teste, che, sebbene sconfitto dal dio Zeus, si riteneva eruttasse la lava incandescente del vulcano Etna. Per i romani Tellus.

AFRODITE (Grecia) La dea dell'amore e della bellezza. Nell'Iliade di Omero è presentata come la figlia di Zeus e Dione, una delle sue consorti, ma nella Teogonia di Esiodo si narra che nacque dalla schiuma del mare. Secondo Omero, Afrodite è sposa del dio Efesto; tra i suoi amanti ebbe Ares, dio della guerra, e rivaleggiò con Persefone, regina del mondo sotterraneo, per l'amore di Adone, bellissimo giovane greco; ebbe anche un figlio, Enea, da Anchise, principe troiano. La leggenda più famosa riguardante Afrodite concerne la causa della guerra di Troia. Eris, dea della discordia, fu l'unica a non essere invitata alle nozze del re Peleo con la divinità marina Teti: risentita, la dea gettò nella sala del banchetto una mela d'oro, su cui erano scritte le parole: "Alla più bella". Quando Zeus rifiutò di scegliere tra Era, Atena e Afrodite, le tre dee che ambivano alla mela, esse si rivolsero a Paride, principe di Troia. Ciascuna gli promise un dono: Era l'avrebbe reso potente, Atena gli avrebbe procurato la gloria militare e Afrodite invece gli avrebbe concesso la donna più bella del mondo. Paride decretò che la mela spettava ad Afrodite, e chiese in premio Elena, moglie del re greco Menelao. Con il rapimento di Elena, Paride scatenò quindi la guerra di Troia. Ad Afrodite furono attribuiti svariati titoli di culto, tra cui quello di Urania, regina dei cieli, e Afrodite Pandemia, dea di tutte le genti.

VENERE (Roma) Era originariamente una dea dei giardini e degli orti, in seguito identificata con Afrodite, la dea greca dell'amore e della bellezza. In epoca imperiale era venerata sotto diverse sembianze: come Venus genitrix era madre dell'eroe Enea, capostipite del popolo romano e in particolare della gens Iulia, cui appartenne Giulio Cesare; come Venus felix, apportatrice di fortuna; come Venus victrix, colei che procura la vittoria; come Venus verticordia, protettrice della castità femminile. Venere era moglie di Vulcano, dio della lavorazione dei metalli, ma gli era spesso infedele. Tra i suoi numerosi amanti vi furono Marte, dio della guerra, il bellissimo pastore Adone e Anchise, padre di Enea. Venere era anche la madre di Cupido, dio dell'amore.

ESTIA (Grecia) Dea vergine del focolare, figlia maggiore di Crono e Rea. Era preposta ai fuochi sacrificali e le si rivolgevano preghiere prima e dopo i pasti. Sebbene compaia in pochissimi miti, la maggior parte delle città aveva un focolare comune dove ardeva il fuoco sacro. A Roma, Estia era adorata come Vesta e la sua importanza era notevole: il suo fuoco era alimentato da sei sacerdotesse vergini note come le vestali.

EFESTO (Grecia) Dio del fuoco e della lavorazione dei metalli, figlio del dio Zeus e della dea Era o, in alcune versioni, generato dalla sola Era. Diversamente dagli altri dei, Efesto era brutto e zoppo. Poco tempo dopo la sua nascita fu cacciato dall'Olimpo: in alcune leggende da Era, disgustata dalla sua deformità, in altre da Zeus, perché Efesto si era schierato a fianco di Era contro di lui. Nella maggior parte dei racconti, però, assurge ben presto all'Olimpo e sposa Afrodite, dea dell'amore, o Aglaia, una delle tre grazie. In quanto artigiano degli dei, Efesto fabbricava per loro corazze, armature e gioielli.

VULCANO (Roma) Dio del fuoco, originariamente un'antica divinità italica che sembra essere stata associata al fuoco vulcanico; in epoca imperiale Vulcano veniva identificato con il dio greco Efesto e la sua festa, i Volcanalia, veniva celebrata il 23 agosto. Era particolarmente venerato a Ostia, centro del suo culto.

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